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Bersano

Cantina a Nizza Monferrato

La storia della cantina Bersano inizia oltre un secolo fa, nel 1907, a Nizza Monferrato, comune della provincia di Asti entrato, nel 2014, nella lista dei siti del Patrimonio Unesco.

Arturo Bersano, uomo di grande intelligenza e cultura, guida la Cantina portandola in pochi anni a essere una delle più importanti realtà vitivinicole del Piemonte. Con il suo motto

“se vuoi bere bene comprati un vigneto”

la Bersano oggi conta oltre 230 ettari nei migliori terroirs: Langhe e Monferrato.

Dieci cascine e dieci poderi: un patrimonio che la Cantina Bersano ha scelto di dedicare alla cura della vite e al servizio dei migliori vini Piemontesi. Nel corso dei decenni, infatti, sono state selezionate le migliori zone per la coltivazione di Nebbiolo, Barbera d’Asti e Ruchè.

Ed è proprio il Ruchè uno dei protagonisti della storia della cantina Bersano: vino straordinario dal rosso intenso con riflessi violacei, caratterizzato da un profumo che ricorda la rosa e alcune spezie.

Un vino antico, le cui misteriose origini risalgono probabilmente al XII secolo quando i Monaci Benedettini portarono questo vitigno dalla Borgogna. Un vino i cui aromi inizialmente non si esprimono, ma emergono con il tempo regalando al palato un rosso dalla struttura elegante e al tempo stesso incredibilmente bevibile e riconoscibile al palato.

A questo si abbina, tra i numerosi vini, la Barbera d’Asti DOCG: il prodotto più storico della Cantina, carta d’identità dell’azienda e del brand da sempre, dal 1907.

L’Azienda Bersano, visitabile in tutti i periodi dell'anno, vanta al suo interno il Museo delle Contadinerie: storia dell’azienda ma anche di un territorio. Scriveva Arturo Bersano:

“l’idea di raccogliere gli attrezzi che i contadini usavano per i lavori nel vigneto, in cantina, nel campo e in genere per la vita di cascina, mi venne attorno al 1950. Da tempo mi andavo persuadendo, per esperienza personale, che tutto quanto i contadini avevano creato per lavorare la terra, per vivere, per sperare, stava scomparendo…”

Oggi tutto questo resiste ancora al tempo ed è al servizio della curiosità di chi sceglie di visitare le Terre del Ruché.

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